Testi di Migliaccio per i disegni di Raffaelli
La vita è come un
ring e lo è ancora di più per chi ha fatto della nobile arte il
proprio scopo di vita. Una vita di sacrificio, di sudore, di
sconfitte e qualche vittoria, dove nell'uomo con cui si incrociano i
pugni c'è sempre una parte di se stessi. Una vita in cui se si
viene sconfitti la colpa è spesso di errori propri, da limare
dolorosamente con il tempo, senza che magari una nuova occasione per
dimostrarsi migliorati arrivi mai. Nel 1940, nella Royal Movie Arena
di Londra, inizia il combattimento tra “Mad Tom” Madison e Jonas
Whale. Il primo uno schiacciasassi che vanta sette vittorie per
k.o., proiettato nel diventare uno dei grandi. Il secondo al
primo tentativo, un novellino, ma determinato e insidioso. Madison
lo sottovaluta e finisce steso. Un'onta che manda a male tutta la sua
vita. Perchè ha baciato la terra, lui che non era abituato a farlo, e forse non ci sarà rivincita. Ma la Storia intervene.
Incontro sospeso per l' attacco aereo che spianò
l'intera Royal Arena. Madison vuole la rivincita ma anche Whale, che in
realtà è un nobile, un D'Arcy, e si è finto proletario per dimostrare di non essere una fighetta, non la disdegnerebbe. Ma la guerra
incombe, la guerra viene prima e manipola il destino di entrambi, sbattendoli in lontane terre. Mad Tom in fanteria a schivare pallottole,
D'Arcy a sollazzarsi in aviazione. Ma l'agonismo non si placa, nonostante le distanze e gli anni. Il giornalista
Milton, penna rubata alla Boxe per scrivere di guerra, sarà
testimone del duello infinito tra i due pugili. Perché il destino
vuole che i due si trovino spesso a combattere sullo stesso fronte e
quando si incontrano non possono esimersi nel continuare quello
storico incontro del quaranta, mai terminato e senza vincitore. Un duello infinito che pare sempre
progettato per essere interrotto, sospeso fino alla prossima
occasione, lungo una intera vita. Una sfida sentita ma rassicurante. Forse solo che nell'incrociare i
pugni Madison e D'Arcy tornano per un istante alla loro vecchia vita,
lontani dalle brutture della guerra.
I combattenti
incarna al 100% lo spirito della vecchia collana Bonelli “Un uomo,
un'avventura”. Personaggi inventati che si confrontano con la
Storia, dove l'approfondimento storico non è mai in secondo piano, ma documentato, pulsante. Disegni bellissimi per storie
che fanno sempre pensare, riflettere. Con la prospettiva di sorbirmi
una lezione di storia ho allontanato per un po' la lettura del volume.
Poi l'ho preso in mano e l'ho letteralmente divorato nel giro di una
mezzora. Migliaccio decide di raccontare la vita dei due pugili
attraverso il giornalista Milton, che diviene il narratore delle
vicende e Milton trasforma storia sportiva e bellica in una cosa
sola, una lunga e sarcastica telecronaca che alleggerisce tutta la
narrazione bellica ed eleva a epica lo scontro pugilistico. Una
trovata fantastica e che funziona, capace di mascherare di ironia un
lavoro di approfondimento storico non indifferente e al contempo
regalare un intreccio gradevole, veloce e alla fine appagante.
Ambientazioni diversissime, veicoli, uniformi, una corretta
rappresentazione della boxe, grande senso dell'azione nella
rappresentazione di tattiche belliche tanto di terra che di aria. I
disegni di Raffaelli sono semplicemente strepitosi nel rappresentare
un così sfaccettato quadro visivo e richiamano classici
cinematografici come “Cinderella Man”, “Tora Tora Tora”,
“Windtalkers”, “Salvate il soldato Ryan”, “I duellanti” con
richiami a tutto il bromance (amicizia virile) in genere. In questo
non si dimentica di caratterizzare al meglio i due boxeur,
descrivendoli nell'avanzare degli anni e nel mutare dei caratteri in
un modo convincente al punto da farceli considerare attori veri. Un
lavoro encomiabile. Un'altra gemma della collana “Le Storie”.
Talk0
Nessun commento:
Posta un commento