Sinossi: Il
tipico padre che nessuno vorrebbe avere (interpretato da un
attore noto per la parte di pazzo psicopatico in casa Lannister ne "Il
trono di spade") decide, dopo quello che potremmo definire un “brutto
periodo”, di farla finita portando nella tomba tutta tutta la
famiglia. Dopo aver ucciso la moglie decide di portare le figlie in
gita per i monti durante una notte di neve. L'auto sbanda per la
troppa velocità, il nostro perde il controllo del mezzo,
fortunosamente tutti rimangono illesi tra i boschi, proprio nelle
vicinanze di una piccola casetta. Mentre le bambine chiedono lumi
sulla improvvisa gita fuori porta, il padre le rabbonisce e decide di
tirare fuori la pistola e chiudere il cerchio. Ma ecco che qualcuno o
qualcosa interviene e pone fine allo stronzo massacro del padre
privandolo della sua inutile vita. E vissero tutti felici e contenti.
No, purtroppo no. Il defunto uxoricida ha un fratello gemello,
speriamo di animo meno distruttivo, determinato a trovare le bambine
disperse. Chi le ha salvate non ha fatto manco finta di riconsegnarle
a distanza di anni, e per tutti ormai sono morte, ma il gemello non
desiste, al punto da far impensierire la sua giovane compagna. Un
giorno dei cacciatori, vagando per i boschi a caccia di leprotti, si
imbattono nella casetta e scoprono al suo interno le due bambine,
sole. Vengono tratte in salvo, ma da subito la loro situazione appare
alquanto strana. Sono diventate selvagge come i tizi di Jersey Shore.
Si nascondono nell'ombra, preferiscono muoversi quadrupedi, parlano
una lingua tutta loro, sono aggressive e psicotiche al punto giusto
da riferirsi a un'entità immaginaria che loro chiamano “madre”.
Lo psicologo che le ha in cura, invece di chiamare Tata Lucia,
decide senza alcuna logica di
affidare le bimbe al gemello e alla sua compagna
punk-rock-tipa-tosta. Tutto sembra andare per il verso giusto, salvo
il dettaglio che “madre” esiste davvero e ha deciso di
trasferirsi con la nuova famiglia.
Ci fosse stata lei... |
La produzione:
Guillermo Del Toro è un regista-produttore eccezionale, dotato di
una propria precisa visione che si ripropone in ogni sua opera
prodotta o diretta andando a formare un unico preciso disegno. Del
Toro racconta favole moderne. Racconti spesso tristi, spesso
sanguinolenti, in cui i personaggi hanno a che fare con creature
provenienti da diverse realtà. Blatte che si fingono uomini, fauni
ambigui, folletti cattivi che vivono in cantina, diavoli umani e
bambini fantasma, giganti provenienti da altre dimensioni pronti ad
essere squartati per diventare balsamo per aumentare prestazioni
sessuali. Creature sempre bizzarre, a volte inquietanti a volte no,
che vivono in zona di confine tra realtà e mito, spesso meno
spaventose delle persone reali. A questo mostrario filmico oggi si
aggiunge Mama, creatura fantastica nata dai fratelli, sceneggiatori e
registi, Muschietti. Pare che l'attenzione di Del Toro per loro sia
nata da un corto di pochi minuti, presente nel dvd e blu ray, che già
aveva in sé il cuore dell'opera, realizzato con due soldi ma tanta
passione. Vista la bontà del corto, il film ha preso il via e da
subito è chiaro l'impegno produttivo di Del Toro nel renderlo
visivamente molto appetibile quanto perfettamente inquadrabile nella
sua visione. Vengono scelti attori magari non troppo noti ma validi,
tra cui spiccano le bravissime attrici che interpretano le bambine,
non si lesina su una ottima fotografia e sulla costruzione di una
creatura digitale, Mama, piuttosto indovinata, dalle molte
sfaccettature e dotata di movenze davvero terrificanti. Se la
confezione è quindi accattivante, tuttavia il prodotto ha dei limiti
che ahimè vanno a inficiare proprio la scrittura.
Cose buone e
meno buone della trama. Il film dal trailer si presenta come un
horror, ma di fatto è una favola gotica, pur nerissima. Chi si
aspetta quindi di essere trascinato in un vortice di orrori tale dal
farsela addosso (come io prima della visione pertanto), probabilmente
resterà deluso. Il film spaventa qua e là, ma certo non stordisce
di continui colpi al cuore. Preso come favola gotica invece riesce in
pieno, anche grazie ai lugubri ambienti ed effetti speciali, andando
ad allestire quella che è di fatto una disfunzionale (parecchio
disfunzionale) storia sull'amore materno. Ci sono di fatto tre madri
nel film. La prima è quella genetica delle bambine, quella che muore
nel raptus omicida del marito. Il suo è un amore strappato con
crudeltà dal padre. La seconda è la compagna del fratello, donna
che ancora non ha voglia di diventare madre (soprattutto di figlie
non sue), ma che le circostanze la porteranno ad esserlo giocoforza,
quasi “per natura”. La terza è “mama” e voglio lasciare a voi
la scoperta di questo personaggio. Un film così carico di amore, che
molto tempo dedica proprio alle dinamiche dell'amore filiale, di
fatto non può essere un horror al 100%, ma la cosa non è
assolutamente un male a parer mio, perchè in queste scene c'è anche
il meglio della pellicola.
C'è un film, anch'esso horror-favola, che
mi ricorda parecchio per struttura questo Mama. È "Dark Water" e vi
consiglio di andarlo a recuperare; è un vero gioiello e se siete dei
piagnoni come me vi commuoverete un sacco. Di fatto ci sono anche
svariati altri omaggi al cinema orientale, al punto che troverete
facilmente qualcosa da "Grudge", qualcosa da "The Ring" e addirittura
qualcosa che si vedeva solo nel "The Ring" giapponese. Ora, le
citazioni possono piacere o meno, ma se avete amato l'onda dei
j-horror sarete contenti di sapere che certe suggestioni non sono
cambiate. Peccato per quei dannati buchi di sceneggiatura. Sì, è
brutto dirlo in modo così diretto, ma fanno davvero incazzare. Ci
sono personaggi come lo psicologo o il “gemello buono” che
compiono azioni sconsiderate che terminano con incredibili nulla di
fatto, ci sono momenti in cui ci appare decisamente frammentario lo
scorrere del tempo, ci sono personaggi che pare assurdo si trovino in
determinati luoghi. Sono cose che si notano anche a una visione
abbastanza distratta e personalmente mi hanno pesato. Come mi ha
pesato il finale, davvero un finale stronzo e pure poco logico
nell'ottica dei comportamenti precedentemente presi dai personaggi.
Mi sono fatto seriamente la domanda su quale senso potesse avere la
cosa per i realizzatori, perchè io davvero non l'ho trovato. Per
avere una risposta almeno su questo punto ho seguito il commento
audio degli sceneggiatori e registi e allibito ho appreso che “sì,
volevamo fare un finale stronzo”. Finale che poi è a suo modo
anch'esso derivativo da qualcosa di già visto... come a dire “se
volevate fare gli stronzi potevate provare almeno a essere
originali”.
Titoli di coda:
Mama convince visivamente, è apprezzabilissimo per le performance
degli attori, possiede anche un paio di momenti davvero terrorizzanti
e almeno una scena da incorniciare. Tuttavia vive troppo di luce non
propria e ha un finale che (a me) non è piaciuto. Nella bilancia non
mi sento comunque di bocciarlo e per una serata in compagnia e senza
troppe pretese può andare benissimo. Meglio se non avete ancora
visto Dark Water...
Angolo dello
scazzo: ma i film horror devono per forza spaventare a morte?
Girando in rete e leggendo commenti vari mi sono imbattuto sovente in
discorsi da osteria riguardanti la virile pratica delle “prove di
forza” in qualche modo legata alle pellicole horror. In buona
sostanza c'è gente (vorrei dire “adolescenti” ma le statistiche
parlano di un fenomeno più generalizzato) che valuta una pellicola
in base agli spaventi subiti. Naturalmente ci sono delle “regole”.
Motivo per cui se lo spavento viene indotto artificialmente (alla
Zemekis), tipo da una porta che sbatte o un cambio repentino di
inquadratura, e il soggetto salta di tre metri in sala, lo spavento
“non vale” e il film “è una merda”. Se la pellicola invece è
così satanica da far avvertire la puzza di zolfo (alla Polanski), ma
non è dotata di scene che fanno saltare sulla poltrona, è comunque
una schifezza. Se invece la pellicola gioca con lo splatter (alla
Jackson - Raimi) è sempre e solo una cazzata. Poi arrivano pellicole
davvero terrificanti come Rec o Paranormal Activity e nelle sale si
vede il circo. Nel primo caso improperi perché i protagonisti sono
spagnoli e quindi “non fanno paura” (per non dire peggio), nel
secondo il film è brutto perché “non fa vedere abbastanza” e
alla fine della visione, pur con i pantaloni bagnati e i peli ancora
dritti, ci si sente “truffati”. Insomma, mi pare che il succo sia
“ho fatto la mia bella prova di forza vedendo un horror (e magari
commentandolo minuto per minuto perchè me la facevo sotto come un
poppante), ma ora l'ho battuto, il film è finito, per sfregio ci
piscio sopra da vincitore”. Bullerie che poi si diffondono in rete
con colorimento di dettagli tipo “ho visto la pellicola in casa da
solo, completamente al buio, alle 3 di notte, tenendo il cancello e
la porta di casa aperta nel caso volesse entrare un maniaco per
caso”. Oddio, se sono esperienze di vita che fanno felice qualcuno
nulla in contrario, ma considerare un film horror un dispensatore di
brividi quanto un porno un dispensatore di seghe mi pare avvilente.
Anche perché il terrore può essere pure celebrale, sottile,
insinuarsi come un cattivo pensiero all'inizio magari sottovalutato.
Film come "Mama" ma anche "L'evocazione" (uno dei film più belli degli
ultimi tempi) vedo in giro che non sono stati apprezzati da qualcuno
in quanto non troppo terrorizzanti. A me ha spaventato tantissimo
anche "Rosemary's Baby", lo trovo inquietantissimo, ma a livello di
“botte di paura” c'è davvero poca cosa e pure lì sono spuntati
detrattori. Visto che ad ogni modo sono un vecchio e sono i gusti dei
giovani che segneranno la strada delle nuove produzioni ecco il mio
tentativo di capirci qualcosa. Voi come la pensate? Se un horror non
vi atterrisce di paura è un flop? Oppure può essere comunque un bel
film (magari non horror)? Vi vedete ancora tra 8 anni a vedere "Paranormal Activity 25" (quando già si faceva la stessa cosa in "Cannibal Holocaust" di Deodato, eoni prima di "Blair witch project"... ma
questa è un'altra storia...)? Qual è il film horror migliore per
voi oggi, la strada giusta da percorrere (ovviamente vietato citare
film di oltre 5 anni fa)? In premio per la migliore risposta la
citazione perenne nei futuri articoli a tema con il cappello: “un
grande una volta disse...”
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