Manga in edicola e anime gratis on-line su popcorn tv
Yugo Hachiken,
studente proveniente da una blasonata scuola di Sapporo, decide di
iscriversi alla Oezo Agricultural High School. La scelta di tale
istituto parrebbe essere motivata unicamente dalla presenza di un
dormitorio e ritmi di lavoro tali da tenerlo il più possibile
lontano da casa. Libri di testo non troppo difficili e una naturale
predisposizione allo studio lo fanno inizialmente illudere di poter
facilmente emergere senza sforzi in quello che pare essere un
paradiso all'aria aperta, ma deve ancora fare i conti con le
durissime lezioni pratiche, lavori massacranti, levatacce all'alba e
un bagno che per il numero ingente di alunni può essere usufruito
solo per quindici minuti al giorno. A rendere ancora più alienante
l'impatto di Yugo è la determinazione dei suoi compagni di classe
nel seguire scelte di vita apparentemente umili. Chi punta a
diplomarsi per aiutare l'impresa di polli familiare. Chi vuole
diventare cuoco. Giusto uno aspira a essere veterinario. Yugo, tanto
superiore, non lo sa ancora cosa farà da grande, non si sente ancora
parte di qualcosa.
E poi ci sono gli
animali, la produzione casearia, la filiera delle uova, la
macellazione, la cura dei campi. Allo schizzinoso Yugo già alla
prima puntata appare chiaro come non ami che un vitellino gli sbavi
addosso, detesta il tremendo tanfo di quando si entra nel megapollaio
della scuola e sviluppa una subitanea avversione per le uova, una
volta che le vede uscire sudice dal sedere delle galline. Se le uva
sono un piccolo trauma per chi abitualmente mangia senza sapere da
dove vengono le cose, aspettate di vedere polli decapitati (pure con
l'immagine censurata a quadratini per evitare il disagio) o le
macellazioni! Poi ci sono i campi da seminare, da recintare, da
bagnare. Un inferno che alla fine però inferno non è e porta Yugo
passo dopo passo a comprendere quello che sta facendo e ad amarlo,
così come ad amare la sua vita scolastica a contatto della natura.
Con i piedi per
terra. Questa è la definizione migliore di Silver Spoon, anime
tratto dall'omonimo manga di Sho “Full Metal Alchemist” Aikawa. È
la riconferma di un'autrice straordinaria, che come grandezza amo
accostare a Rumiko Takahashi, una narratrice eclettica, capace con la
leggerezza, che hanno solo i più grandi, di passare dal registro
comico al drammatico, dall'azione al sentimento. Una disegnatrice
sempre precisa ed estremamente abile nel caratterizzare con pochi,
definiti tratti gli stati d'animo più complessi. Ho amato alla
follia l'anime di Full Metal Alchemist dai primi fansub. All'epoca
l'Aikawa aveva realizzato solo pochi numeri e molte delle suggestioni
e trame venivano da un regista che adoro e che ho seguito anche
nell'avventura Gundam 00. I personaggi di FMA erano “veri”,
sfaccettati, doloranti. Ho pianto per Hugh, mi sono commosso come non
mi era mai successo per l'episodio della chimera che parla. Ho
adorato la svolta delle ultime puntate e il finale del film. Avevo
solo sfogliato il manga della Aikawa. Mi ero incaponito come un
bambino e per molto tempo non ho voluto leggere FMA né vedere
neanche un fotogramma di Brotherhood tanto era il mio attaccamento
alla prima serie animata. Ricordo che proprio l'episodio della
Chimera che parla, tra la prima trasposizione e manga lo trovavo
abissalmente diverso. Poi ho scoperto il manga e ho visto Brotherhood
(che ho recuperato by Dynit ma ho visto solo il lingua originale,
amando le due straordinarie doppiatrici giapponesi di Al ed Ed). E ho trovato il lavoro della Aikawa semplicemente immenso, diverso
dall'anime ma anche complessissimo e intrigante. Così come ho
apprezzato Brotherhood (escludendo l'ultimo film ad ambientazione
esotica però , che francamente trovo ignobile tanto per il tratto
differente, brutto, che sembra usare un pennarello spuntato al posto
di un pennino di precisione, quanto per la diversa, e
tremenda regia). Da allora leggo e rileggo FMA e cerco dove posso di
recuperare le altre opere dell'autrice nell'attesa che faccia (e
sicuramente farà) il nuovo “botto”. La Aikawa penso che sia la
più grande narratrice a fumetti dell'amore, sia fraterno, figliale
che “classico”. Nel mondo dei manga nessuno ha mai saputo come
lei trovare una chiave di lettura così perfetta, autentica e
cristallina di questi sentimenti, senza eccedere in smielaggini,
luoghi comuni, superficialità.
Tenendo un
parallelo con la Takahashi, questo Silver Spoon è il "One pound
gospel” della Aikawa. Un'opera piccola ma molto personale, nella
quale l'autrice riversa molta della sua esperienza personale. Non a
caso lei scherza sempre sulle sue origini contadine disegnadosi come
una buffa mucchina con gli occhiali. Con Silver Spoon l'intento è di
far avvicinare a una diversa visione del mondo agricolo, con le sue
gioie e le sue fatiche, il grande pubblico. L'autrice lo fa con un
profondo rispetto per il lavoro delle persone che, di fatto, ci
permettono ogni giorno di avere qualcosa sulla tavola, fosse anche
solo una foglia di insalata. Senza ipocrisie e preconcetti vengono
messe in scena anche situazioni “forti”, soprattutto per chi ama
particolarmente gli animali, tenendo sempre una prospettiva aperta a
diverse opinioni. Poi, piccola parentesi, è per me la primissima
volta che sento in un anime parlare di scuole professionali che non
trattino la cucina di torte o l'assemblaggio di robot. Il tratto
caratteristico dell'opera è una comicità dirompente e spensierata,
ma l'autrice non manca di analizzare anche il drammatico e quanto mai
attuale tema del “proprio posto nel mondo”. Il viaggio del
protagonista non è solo un percorso formativo quanto una precisa
scelta di autodeterminazione che appassiona, incoraggia, commuove.
Perdere quest'opera sarebbe un delitto e pertanto vi invito a correre
in edicola a recuperare il manga e a vedere la serie tv che trovate
gratis, subbata, direttamente da Dynit per popcorntv
Dateci un'occhiata
e fateci sapere! E speriamo che prima o poi una versione home video
venga mesa in cantiere.
Talk0
Premetto che amo la Arakawa e che ho letto con gran piacere Full Metal Alchemist e che adesso mi sto leggendo con altrettanto piacere Silver Spoon (ho anche Nobiltà contadina sul comodino ma non sono ancora riuscita neanche a sfogliarlo, che tristezza avere poco tempo libero ç__ç), per cui il mio giudizio potrebbe essere di parte, ma devo dire che Silver Spoon è davvero un'opera particolare e direi anche istruttiva. Come il protagonista della storia, molta gente non ha idea da dove venga il cibo che mangia, visto che lo trova asetticamente impacchettato e imballato direttamente al supermercato, e farebbe loro un gran bene scoprirlo (attenzione, non sono vegetariana, affatto, ma detesto la gente che spreca con noncuranza il cibo, specie se è carne o pesce).
RispondiEliminaLa penso esattamente come te! credo che sia oltremodo istruttivo per i più giovani, che per loro natura sono soliti lasciare nel piatto l'odiosa verdura o fare gli schizzinosi in genere considerando "dovuto"quello che trovano sulla tavola. Ho scoperto con interesse come già i più giovani che seguono la preparazione del cibo, vuoi perchè aiutino la mamma in cucina a preparare la pappa, vuoi che seguano un pizzaiolo allestire e infornare le pizze, abbiano un diverso atteggiamento. Se comunque sull'agricoltura in genere vedo che oggi c'è una forte sensibilizzazione sull'argomento già nella scuola materna (alla mia cuginetta hanno insegnato a mettere nella terra un seme, bagnarlo il giorno dopo, raccogliere la patata quello successivo e mangiarla a pranzo il terzo giorno...semplificato ma istruttivo)certo c'è il limite nel mostrare il procedimento di macellazione. Decapitare galline e spiumarle era attività che le nonne di una volta facevano senza scomporsi, ma in effetti sono scene forti per i più sensibili e potrebbero disturbare. Conosco gente che è diventata vegetariano proprio dopo aver assistito ad un procedimento di macellazione (è un conto poi leggere che gli aborigeni mangiano scimmi e tartarughe e un altro è vedere come le preparano per il pasto in film come "Cannibal Holocaust"di Deodato). Come a dire che ogni tanto "sapere troppo"potrebbe essere contoproduttivo. magari la carne crescesse in un prato già nella forma del pilone del Kebap : D
RispondiEliminaRicordo che quando ero piccolo io la visita alla vicina fattoria consisteva in una specie di pet therapy in cui ci facevano guardare le "co cò" dare la pappa ai pulcini permettendo anche a noi di giocare con questi ultimi. La visita alle stalle si limitava invece ad un avvicinamento alle stesse fino a che la maestra decretava "mamma che puzza"e tornava indietro prima della meta ^_^ Benvenga quindi Silver Spoon, di cui auspico a breve una versione italiana dell'anime. Potrebbe essere un bel modo per portarlo nelle scuole, magari alle medie. Talk0
Gurda, lavorando con i bambini me ne capitano di tutti i colori; da quello che è convinto che nel suo paese i kiwi non esistano (perchè non li aveva mai visti prima... per la cronaca il suo paese è attaccato a quello della nostra scuola), a quello che pensa che i fagioli esistano solo nei barattoli. Te ne racconto una micidiale... seconda elementare, lezione di scienze... si parlava dei pesci, alla domanda: "Quali pesci conoscete?" una bimba salta su e dice: "Il Rio Mare!! Lo mangio sempre, c'è scritto sulla scatola!" Ben vengano le opere divulgative di questo genere!!
RispondiElimina