Il mese scorso vi avevo promesso una rubrica. Avevo anche precisato che probabilmente sarebbe morta sul nascere. Ma una rubrica, per essere tale, deve avere una durata minima; o almeno così penso io. Ma quanto minima? Due post? Quattro? Beh, è un problema poco rilevante, dato che sono qui a scrivere il secondo "episodio" e non sto facendo altro che allungare il brodo prima di scusarmi per essere riuscito a leggere solo un libro e mezzo nell'ultimo mese. Ma giuro, la colpa non è mia, bensì di Dan Brown. Spinto da amici, ho acquistato una mega edizione contenente i primi tre libri con protagonista l'odioso Robert Langdon, noncurante del fatto che avrebbe potuto farmi schifissimo. Ho dato fiducia alle milioni di copie vendute dal buon Dan. Ho fatto male. Molto male. Sono impantanato a metà de "Il codice Da Vinci".
Riassunto dei libri di Dan Brown: uno tizio muore. Lascia un messaggio segreto indecifrabile. Viene chiamato Robert Langdon. Incontra una gnocca. La gnocca è parente della vittima. Il messaggio viene decifrato. Si gira la città tra opere d'arte famose. Robert Langdon risolve l'enigma. Si fa la gnocca. Fine.
A contorno della trama di solito ci sono dei poliziotti inetti, un cattivone misterioso che si comporta in modo insensato e un assassino talmente preparato da essere sempre sconfitto da Langdon che, siccome da giovane nuotava, è in grado di mettere k.o. chiunque.
Il problema di fondo di Dan Brown è la sua pochezza nella conoscenza storico - sociale, pertanto le avventure in città straniere risultano al limite del ridicolo. I personaggi vanno dall'odioso all'ottuso e hanno la profondità di un insetto stecco. Per la trama si è limitato a leggere qualche saggio pubblicato negli ultimi anni (come "Il santo Graal" di Baigent, Leigh e Lincoln a cui vi rimando dato che è molto più appassionante). Cercate correttezza storica? Leggete Manfredi o Harris. Lasciate perdere Brown, datemi retta!
Vale barare? Cioè, se ho letto un libro qualche mese fa e lo inserisco qui qualcuno se ne ha a male? Pace, ve ne parlo lo stesso. "La strada" di Cormac McCarthy è divino. McCarthy scrive da dio. La sua è una storia spiazzante, un pugno nello stomaco, una discesa nella disperazione senza una via d'uscita. Si parla del nostro pianeta dopo un qualche cataclisma non meglio specificato, che pare aver causato la morte di gran parte degli esseri viventi. Padre e figlio sono in viaggio verso una meta imprecisata nella vana speranza di trovare un piccolo angolo di civiltà. Sarà un viaggio infernale, che metterà a nudo il lato più marcio dell'animo umano. Non vi dico altro. Leggetelo. Vi ho già detto che scrive da dio?
Gianluca
Anch'io mi sono dedicato nel recente a Dan Brown, da fedele lettore finora dell'opera omnia non potevo perdermi l'ultima uscita. a prestissimo la mia recensone di Inferno su queste pagine! A differenza di Gianluca io non odio particolarmente an Brown, principalmente per il fatto che lo trovo buffissimo e autoironico e il suo narrare il mondo "da turista" non è così male. Sono altre questioni che me lo fanno "vedere storto", certi suoi ragionamenti e integralismi di pensiero, ma ne parleremo in sede di recensione : ) Talk0
RispondiEliminaCon Dan Brown ho smesso dopo Il codice Da Vinci, non mi ha esaltata per nulla. Anzi, l'ho trovato banalotto e poco significativo (e ho, tipo, capito l'arcano prima della metà del libro, tanto è prevedibile) XD
RispondiElimina