Jay (Jay Baruchel)
torna ad Hollywood dall'amico Seth (Seth Rogen). È da tempo che i
due non si vedono e la loro amicizia, anche per via dei molto
distanti luoghi in cui lavorano ne ha risentito. È giunta l'ora di
una rimpatriata a base di qualche filmaccio, videogioco e cannette
correlate. Peccato che la sera siano entrambi invitati al mega party
di James Franco e quindi il tempo per stare insieme a fare e
ricordare cazzate sia da spartire con una valanga di gente con cui
Jay a poco o non vuole avere proprio nulla a che fare. Soprattutto
Jay non tollera che il suo vecchio amico passi tanto tempo con una
creatura surreale e appiccicosa come Jonah Hill e spera di non
incappare nel volgare e rissoso Danny McBride. Ma per il quieto
vivere Jay accetta di partecipare e i due vanno alla maxi-festa.
James Franco è un eccentrico padrone di casa, nonché costruttore
della faraonica casa stessa, il vino scorre a fiumi, ci sono un mare
di persone, ma Jay non riesce a socializzare e si rompe, pertanto
decide con un pretesto di andare a pescare Seth e uscire dalla
festa in cerca di sigarette al più vicino mini market. Tutto procede
nel peggiore dei modi, l'amicizia sembra incrinarsi, quando ecco che
accade qualcosa di mai visto. Dal cielo appaiono delle luci blu che
catturano alcune persone portandole verso l'alto. Subito dopo enormi
terremoti iniziano a colpire Los Angeles, al punto che diventa una
specie di vulcano attivo. Seth e Jay corrono alla festa cercando di
avvisare gli altri, ma tutto è ormai stabilito. Quello è il giorno
del giudizio, il mondo sta per finire, la terra sta per essere invasa
dai diavoli. È tempo di riflettere sul fatto di aver considerato
tutte quelle cose sulla religione delle fesserie. È tempo di
chiedersi perché si è ancora sulla Terra invece di essere stati
portati via da un raggio blu. È tempo di impegnarsi per sopravvivere
il più a lungo possibile all'inferno che bussa alla porta. Chi
sopravviverà tirerà fuori il peggio di sé nella lotta per la
sopravvivenza.
Non sono in molti
i film che mischiano horror-splatter alla commedia. Quelli riusciti
sono ancora meno e se vogliamo escludere la serie Ghost Busters non
possiamo che parlare di Benvenuti a Zombieland, Shaun of the Dead e
questo, riuscitissimo, This is the end, titolo che cita l'immortale
Jim Morrison in luogo del banalotto “facciamola finita” del
traduttore italiano. Evan Goldberg e Seth Rogen, vecchi compagni di
merende, mettono in scena una commedia sull'amicizia “virile” dotata
di un ritmo travolgente e di continue soluzioni narrative, frutto di
una intelligente reinterpretazione e adattamento al registro comico di
molti dei più noti topoi del cinema horror. C'è splatter, e tanto.
Ci sono momenti di puro terrore. Ma su tutto domina e governa una
comicità travolgente e non banale, che fa sfoggio di alcuni dei
migliori attori comici americani di questo periodo. Parlo di attori
in quanto i personaggi di questo film sono tutti attori che
interpretano se stessi, mettendo in luce con molta autoironia i loro
difetti e paranoie, le loro fobie e tic nervosi. Troverete un
buonista Jonah Hill, uno schizzato Franco, perfino una agguerrita e
cinica Emma Watson. La situazione evolve proprio grazie alla
incredibile capacità di “fare gruppo” di un rodato cast di attori comici e gode della loro forte capacità di improvvisazione.
La cosa
è così sottile e riesce così bene che, salvo alcune forzature
goliardiche divertite-divertenti, si ha quasi l'impressione che la
situazione da fine del mondo sia reale e che stiamo assistendo a un
film comico, e non a un film drammatico, unicamente per il fatto che
le persone con cui passiamo il tempo della proiezione sono persone
comiche-divertenti per loro natura. Un survival – movie con
componente disaster movie ricoperta di caramellata commedia spisciosa
e nemmeno troppo volgare. Un cocktail strano ma riuscito. In effetti
c'è un altro film che mi ha ricordato molto questa pellicola come
struttura, ed è l'interessante ma sbilanciato Skyline: i personaggi
stanno a “guardare cosa succede” al di là del vetro che delimita
il loro territorio, mentre fuori il mondo evolve in una masnada di
mostri digitali enormi e terrificanti. Peccato che Skyline non abbia
gli attori e la sceneggiatura scoppiettante di This is the end e
pertanto non vada oltre la fascia del b-movie con effetti a uso e
consumo dei soli appassionati, ma lo stile visivo è quello, così
come l'utilizzo di una telecamera ad alta definizione a rendere
“reale” l'impossibile. Se amate il monster design anche This is
the End saprà stupirvi con i suoi diavoloni giganti e cagnacci
infernali ultradettagliati e soprattutto credibili-terribili (ma con
lati, diciamo “umoristici”, a stemperarne la brutalità), roba
degna di fuoriuscire da Diablo. Se siete fan del pantheon
hollywoodiano troverete poi alla festa di Franco una marea di gente
nota e come con le figurine perderete tempo a riconoscere questo o
quell'attore o cantante.
Per godere a pieno dell'opera dovrete però
conoscere un po' gli straordinari attori che la interpretano e magari
recuperare Suxbad (che sta per Super bad, ma andatelo a spiegare al
traduttore italiano), Strafumati on the road, Green Hornet, Molto incinta e soprattutto 50/50 (scritto su soggetto di Seth Rogen e utile
per vedere quanto poco superficiale sia questo ragazzotto americano
nuovo astro della sceneggiatura brillante). Il film diverte e molto, ma riesce anche a commuovere. Se riuscite a vederlo in sala siete
fortunati perché la distribuzione è stata parca e pessima e solo
per puro caso sono riuscito a trovare una sala (piccola) che a fine
luglio lo proiettava. Quindi è più probabile che lo troviate prima
o poi in home video, magari nella versione base senza extra. Ma in
fondo pure Zombieland e Shaun of the dead hanno goduto di tale orrida
distribuzione nel nostro paese. Sarà il destino dei film che osano
mettere insieme commedia e tragedia, il destino dei film che si
ricordano ancora dopo anni nonostante ci sia gente che faccia di
tutto per non farceli vedere.
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